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Autonomia

Merendiamo

Il merendiamo è un progetto dell’AIPD sezione di Latina nato per rispondere alle esigenze
di un gruppo di genitori con bambini con SD di età compresa tra i 3 e i10 anni.
Il progetto mira alla cooperazione e alla collaborazione dei bambini partecipanti ognuno
con il proprio carattere e con le proprie capacità e competenze.

Tra gli elementi fondamentali del progetto vi è il rinforzo del senso di appartenenza ad un
gruppo di pari.
Durante gli appuntamenti i bambini sono accompagnati dagli operatori – educatori e dai
volontari, con cui condividono momenti di attività ludiche strutturate alternati a momenti di
pura animazione o di gioco in modalità di “scelta libera”
Ogni attività è creata apposta per aumentare e stimolare la motivazione di ogni singolo e
al contempo creare aggregazione con gli altri attraverso la condivisione, elemento importante
del progetto educativo e il riconoscimento
dell’altro al di fuori di sé stesso.
Nel progetto è inoltre inserito l’insegnamento di piccole autonomie o routine sociali.

Tra gli elementi fondamentali del progetto vi è il rinforzo del senso di appartenenza ad un
gruppo di pari.
Durante gli appuntamenti i bambini sono accompagnati dagli operatori – educatori e dai
volontari, con cui condividono momenti di attività ludiche strutturate alternati a momenti di
pura animazione o di gioco in modalità di “scelta libera”
Ogni attività è creata apposta per aumentare e stimolare la motivazione di ogni singolo e
al contempo creare aggregazione con gli altri attraverso la condivisione, elemento importante
del progetto educativo e il riconoscimento
dell’altro al di fuori di sé stesso.
Nel progetto è inoltre inserito l’insegnamento di piccole autonomie o routine sociali.

Gli esploratori

Tale progetto nasce per rispondere a bisogni specifici dei soci e dei loro figi. Tale progetto
nasce per permettere ai partecipanti di età compresa tra i 10 e 13 anni di acquisire delle
autonomie adeguate alla loro età e di essere accompagnati nel primo distacco dalla famiglia. Motivare i genitori a non sostituirsi ai ragazzi negli aspetti personali e sociali ed essere
accompagnati nel primo distacco dal proprio figlio.

Il progetto nasce non come una “sosta” in attesa del corso di educazione all’autonomia per
adolescenti, ma come risposta concreta ad una specifica fascia di età che si affaccerà poi
al mondo dell’adolescenza con degli “strumenti in più.
Il presupposto educativo di questo progetto vuole proporre attività di gioco con obiettivi che
non appartengono più al mondo dell’infanzia ma si aprono alla fascia dei preadolescenti.
Il progetto, a differenza del club dei ragazzi che si svolge prevalentemente in strada, ha
tempi di sviluppo interni alla sede, intervallati da piccole o grandi “missioni” nel territorio
cittadino.
Gli obiettivi del progetto riguardano due aspetti fondamentali: l’autonomia personale e l’autonomia
sociale.
Attraverso attività divertenti e di gioco si cerca di sviluppare l’autonomia personale, come
lavarsi e vestirsi (igiene personale), saper gestire le proprie cose (lo zainetto per le missioni),
saper gestire spazi comuni come la sede o piccole sperimentazioni di orientamento stradale,
saper dare valore alle cose (rispetto degli oggetti personali e distinzione degli oggetti
delle altre persone e sperimentare il primo utilizzo autonomo del denaro).
Lo sviluppo dell’autonomia cerca di lavorare sull’autoregolazione del proprio comportamento
(il rapporto con gli altri, il rispetto delle regole ecc.), sulla capacità di scelta (durante
le attività sia interne che esterne), sulla percezione di se stessi in relazione al gruppo ( il
rispetto dei ruoli e dei tempi), sulla comunicazione verbale e non verbale (coinvolgendo
anche i bambini/ragazzi con maggiore difficoltà comunicativa)

Il progetto nasce non come una “sosta” in attesa del corso di educazione all’autonomia per
adolescenti, ma come risposta concreta ad una specifica fascia di età che si affaccerà poi
al mondo dell’adolescenza con degli “strumenti in più.
Il presupposto educativo di questo progetto vuole proporre attività di gioco con obiettivi che
non appartengono più al mondo dell’infanzia ma si aprono alla fascia dei preadolescenti.
Il progetto, a differenza del club dei ragazzi che si svolge prevalentemente in strada, ha
tempi di sviluppo interni alla sede, intervallati da piccole o grandi “missioni” nel territorio
cittadino.
Gli obiettivi del progetto riguardano due aspetti fondamentali: l’autonomia personale e l’autonomia
sociale.
Attraverso attività divertenti e di gioco si cerca di sviluppare l’autonomia personale, come
lavarsi e vestirsi (igiene personale), saper gestire le proprie cose (lo zainetto per le missioni),
saper gestire spazi comuni come la sede o piccole sperimentazioni di orientamento stradale,
saper dare valore alle cose (rispetto degli oggetti personali e distinzione degli oggetti
delle altre persone e sperimentare il primo utilizzo autonomo del denaro).
Lo sviluppo dell’autonomia cerca di lavorare sull’autoregolazione del proprio comportamento
(il rapporto con gli altri, il rispetto delle regole ecc.), sulla capacità di scelta (durante
le attività sia interne che esterne), sulla percezione di se stessi in relazione al gruppo ( il
rispetto dei ruoli e dei tempi), sulla comunicazione verbale e non verbale (coinvolgendo
anche i bambini/ragazzi con maggiore difficoltà comunicativa)

IL CLUB dei Ragazzi (15/18anni)

Affrontare il problema dell’autonomia vuol dire porsi, come operatori e come genitori, non
solo l’obiettivo del raggiungimento di alcune competenze, ma riconoscere e favorire il cambiamento
dalla condizione di bambino a quella di adolescente e di adulto.

La scelta di proporre tale attività in un gruppo di ragazzi con disabilità intellettiva è stata
determinata dal voler porre l’attenzione su apprendimenti a loro misura per poter poi integrare
come singoli o piccolo gruppo fra la gente del quartiere e nelle strade, forti della
capacità di agire, di chiedere informazioni, di comunicare.
Vivere questa esperienza speciale è il modo per acquisire abilità e assumere anche maggiore
consapevolezza di sé e potersi meglio integrare nella realtà.
Se parlare di autonomia sociale può sembrare difficile, ma possibile, per ragazzi con differenti
livelli di abilità iniziali, sembra a molti un discorso impossibile per ragazzi gravi, privi
di ogni competenza didattica, con difficoltà di relazione e comunicazione verbale.
La sfida che ha cercato di accettare lo staff è stata quella di proporre un cammino di autonomia
anche per questi ragazzi. Se per molti autonomia vorrà dire arrivare a muoversi da soli
per la città, comprarsi un capo d’abbigliamento o organizzare una serata con gli amici, per
altri proporre un cammino in tal senso può voler dire ad esempio, in ambito di comunicazione
riuscire ad ottenere in un anno che salutino e chiamino per nome i compagni, per l’orientamento
che riconoscano il portone e salgano le scale da soli, per l’uso del denaro che entrino
da soli in un negozio col foglietto e sappiano dare il proprio portafoglio al negoziante
perché prenda da solo il denaro.
Crediamo importante proporre un cammino di autonomia cosi inteso anche per loro, non
solo in termini di conquista di nuove abilità, ma come conquista di dignità e acquisizione di
identità.

La scelta di proporre tale attività in un gruppo di ragazzi con disabilità intellettiva è stata
determinata dal voler porre l’attenzione su apprendimenti a loro misura per poter poi integrare
come singoli o piccolo gruppo fra la gente del quartiere e nelle strade, forti della
capacità di agire, di chiedere informazioni, di comunicare.
Vivere questa esperienza speciale è il modo per acquisire abilità e assumere anche maggiore
consapevolezza di sé e potersi meglio integrare nella realtà.
Se parlare di autonomia sociale può sembrare difficile, ma possibile, per ragazzi con differenti
livelli di abilità iniziali, sembra a molti un discorso impossibile per ragazzi gravi, privi
di ogni competenza didattica, con difficoltà di relazione e comunicazione verbale.
La sfida che ha cercato di accettare lo staff è stata quella di proporre un cammino di autonomia
anche per questi ragazzi. Se per molti autonomia vorrà dire arrivare a muoversi da soli
per la città, comprarsi un capo d’abbigliamento o organizzare una serata con gli amici, per
altri proporre un cammino in tal senso può voler dire ad esempio, in ambito di comunicazione
riuscire ad ottenere in un anno che salutino e chiamino per nome i compagni, per l’orientamento
che riconoscano il portone e salgano le scale da soli, per l’uso del denaro che entrino
da soli in un negozio col foglietto e sappiano dare il proprio portafoglio al negoziante
perché prenda da solo il denaro.
Crediamo importante proporre un cammino di autonomia cosi inteso anche per loro, non
solo in termini di conquista di nuove abilità, ma come conquista di dignità e acquisizione di
identità.

L’agenzia del tempo libero (ATL)

L’Agenzia del Tempo Libero è formata da ragazzi adulti con SD che scelgono di trascorrere
il loro tempo libero insieme praticando le autonomie raggiunte.
L’Agenzia del Tempo Libero è quindi uno spazio e un tempo ove i ragazzi possono incontrarsi
e vivere il loro essere adulti insieme con altri coetanei, potendo gestire il proprio
tempo libero da protagonisti come fanno tutti gli adulti.

La partecipazione ad un “gruppo di pari” è un’esperienza poco consueta nella vita di un
adulto con sindrome di Down che ha rapporti prevalenti con figure più adulte o, in ogni
modo più abili; autonomia è anche saper collaborare, saper usare le proprie competenze
insieme con quelle degli altri, saper riconoscere i propri limiti.
Un altro obiettivo del progetto è quello di creare una nuova coscienza sociale sui disabili.
L’esempio che i ragazzi danno agli altri svolgendo le attività dell’ATL, insieme agli operatori
e ai volontari, è in ogni caso un modo di cambiare il concetto di disabilità. E’ un sistema non
più assistenziale, di dipendenza tra “sano” e “disabile”, ma un rapporto “io e te”, tra due
persone con ciascunai propri limiti e le proprie capacità, supporto tra pari che si confrontano
su interessi, aspirazioni e emozioni.

La partecipazione ad un “gruppo di pari” è un’esperienza poco consueta nella vita di un
adulto con sindrome di Down che ha rapporti prevalenti con figure più adulte o, in ogni
modo più abili; autonomia è anche saper collaborare, saper usare le proprie competenze
insieme con quelle degli altri, saper riconoscere i propri limiti.
Un altro obiettivo del progetto è quello di creare una nuova coscienza sociale sui disabili.
L’esempio che i ragazzi danno agli altri svolgendo le attività dell’ATL, insieme agli operatori
e ai volontari, è in ogni caso un modo di cambiare il concetto di disabilità. E’ un sistema non
più assistenziale, di dipendenza tra “sano” e “disabile”, ma un rapporto “io e te”, tra due
persone con ciascunai propri limiti e le proprie capacità, supporto tra pari che si confrontano
su interessi, aspirazioni e emozioni.

WEEK-END

Autonomia è anche vivere fuori casa.
Essere adulti si esprime anche nel distacco dalla casa genitoriale, dove è possibile esercitare
concretamente le autonomie sia interne che esterne ad una struttura.
Lo scopo educativo della nostra idea di “uscire di casa” è nella visione di una possibilità, di
una scelta che si da al ragazzo, non solo come una necessità legata alla vita adulta. 

Si lavora sulle autonomie anche considerando la facoltà di scegliere del ragazzo adulto,
scegliere e ragionare con gli operatori in che città andare, che itinerario fare, cosa visitare,
con chi stare in stanza, cosa mangiare ai pasti e come organizzare i turni di lavoro.
Il percorso AIPD per il mondo degli adulti verso una vita autonoma si occupa di organizzare
week end fuori città per dare maggiori possibilità ai ragazzi di sperimenta la vita fuori casa.
Si ragiona, in particolar modo per i primi anni di esperienza AlPD, di andare in appartamento,
proprio per dare la possibilità ai ragazzi di sperimentare la giornata con tutti i suoi
passaggi: dalla preparazione della colazione, alla sistemazione delle stanze, alla gestione
dei turni della cucina, la pulizia degli ambienti e i turni per fare la spesa e comprare i biglietti
dei mezzi pubblici che serviranno per visitare la città.
Il week end è importante per:

– Sperimentare un sereno distacco dai genitori

– Acquisire e spendere abilità nuove di autonomia

– Divertirsi con gli amici, fare gruppo

– Stimolare la collaborazione e cooperazione

– “Trasgredire” le abitudini

– Conoscere i ragazzi in un tempo lungo

Inoltre il week end fuori è organizzato per offrire ai ragazzi reali opportunità di gestire una
casa essendo loro i protagonisti dell’esperienza, dando loro degli adeguati strumenti per
gestirla in autonomia (come istruzioni per il funzionamento degli elettrodomestici, o uno
schema visivo per formulare in autonomia la lista della spesa..); si alternano momenti di
attività strutturate, organizzate dallo staff, a momenti liberi, in cui si lascia la scelta di come
spendere il tempo libero ai ragazzi.
E’ importante quindi… sopravvivere e cavarsela fuori casa!

Si lavora sulle autonomie anche considerando la facoltà di scegliere del ragazzo adulto,
scegliere e ragionare con gli operatori in che città andare, che itinerario fare, cosa visitare,
con chi stare in stanza, cosa mangiare ai pasti e come organizzare i turni di lavoro.
Il percorso AIPD per il mondo degli adulti verso una vita autonoma si occupa di organizzare
week end fuori città per dare maggiori possibilità ai ragazzi di sperimenta la vita fuori casa.
Si ragiona, in particolar modo per i primi anni di esperienza AlPD, di andare in appartamento,
proprio per dare la possibilità ai ragazzi di sperimentare la giornata con tutti i suoi
passaggi: dalla preparazione della colazione, alla sistemazione delle stanze, alla gestione
dei turni della cucina, la pulizia degli ambienti e i turni per fare la spesa e comprare i biglietti
dei mezzi pubblici che serviranno per visitare la città.
Il week end è importante per:

– Sperimentare un sereno distacco dai genitori

– Acquisire e spendere abilità nuove di autonomia

– Divertirsi con gli amici, fare gruppo

– Stimolare la collaborazione e cooperazione

– “Trasgredire” le abitudini

– Conoscere i ragazzi in un tempo lungo

Inoltre il week end fuori è organizzato per offrire ai ragazzi reali opportunità di gestire una
casa essendo loro i protagonisti dell’esperienza, dando loro degli adeguati strumenti per
gestirla in autonomia (come istruzioni per il funzionamento degli elettrodomestici, o uno
schema visivo per formulare in autonomia la lista della spesa..); si alternano momenti di
attività strutturate, organizzate dallo staff, a momenti liberi, in cui si lascia la scelta di come
spendere il tempo libero ai ragazzi.
E’ importante quindi… sopravvivere e cavarsela fuori casa!

Aiutare le persone in difficoltà è la nostra priorità

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